23 aprile 2022
Un anno fa come oggi iniziava il mio "annus horribilis": il 23 aprile 2021 venivo ricoverato per all’ospedale di Borgo Roma. “Leucemia linfoblastica acuta” la diagnosi terribile. Il mio midollo osseo dava i numeri, con il 70% delle cellule malate.
È iniziato così un percorso lungo e difficile, oltre 10 mesi passati tra ricoveri, esami e chemioterapia ma che grazie a Dio ha dato i risultati sperati.
La malattia è in remissione completa ed ora inizio la fase di “mantenimento” che non prevede più ricoveri.
Quindi in qualche modo sto tornando a vivere una vita quasi normale.
È stata un’esperienza che non auguro a nessuno ma che mi ha insegnato tanto su quanto sia precaria lo nostra vita e su come in un momento tutto possa cambiare.
Ho imparato ad apprezzare maggiormente le piccole gioie di ogni giorno e a non dare più per scontato nulla. Quindi d’ora in avanti cercherò di vivere la mia vita seguendo le mie priorità e con dei ritmi diversi rispetto al passato.
Se oggi sono qui a raccontarlo devo però ringraziare tutto il personale del reparto di ematologia dell'ospedale di Borgo Roma: medici, infermieri e oss.
Degli “angeli” che mi hanno accompagnato e sostenuto in questi lunghi mesi e nei momenti più difficili. Sembra una frase scontata ma davvero non potevo trovare persone migliori.
Ovviamente un grazie speciale va a mia moglie Giada che mi ha sostenuto e incoraggiato in tutti questi mesi dimostrando una forza che forse nemmeno lei pensava di avere.
E poi le mie piccole Arianna e Nicole, che mi hanno dato un ulteriore motivo per lottare e mi ricaricavano di energia ogni volta che tornavo a casa.
L’amore della mia famiglia è stata una forza potentissima su cui ho potuto contare e che mi ha aiutato tantissimo, soprattutto nei momenti più difficili e bui.
Infine voglio spendere due parole per ringraziare tutti i donatori di sangue che gratuitamente donano il loro sangue (ed il loro tempo) che contribuisce a rimettere in forza chi come me si trova ad affrontare terapie di questo genere. Ho perso il conto delle trasfusioni fatte ma sono state davvero tante e senza non so come avrei fatto.
Chiudo questo mio breve resoconto con un ricordo ed saluto di cuore a tutti i compagni di stanza che ho avuto in questi mesi. Purtroppo non tutti sono stati fortunati come me, qualcuno non ce l’ha fatta, ma da ognuno di loro ho imparato qualcosa.
Viva la vita!